Monografia a stampa
ashworth, andrea
Una volta, in una casa in fiamme
Milano : Feltrinelli, 1999
Abstract/Sommario:
Diario d'infanzia teso e asciutto, l'opera racconta la vita della protagonista, Andrea, all'interno di una famiglia in lenta e irreversibile disgregazione. La morte accidentale del padre, uomo dolcissimo e di origini miste, lascia in eredità alle figlie una pelle scura, per via della quale verranno sprezzantemente chiamate "sporche pachistane" e una madre fragile e insicura, che pensa di non poter sopravvivere senza un uomo al fianco, qualunque esso sia. Il primo patrigno, Peter Hawkin ...; [leggi tutto]
Diario d'infanzia teso e asciutto, l'opera racconta la vita della protagonista, Andrea, all'interno di una famiglia in lenta e irreversibile disgregazione. La morte accidentale del padre, uomo dolcissimo e di origini miste, lascia in eredità alle figlie una pelle scura, per via della quale verranno sprezzantemente chiamate "sporche pachistane" e una madre fragile e insicura, che pensa di non poter sopravvivere senza un uomo al fianco, qualunque esso sia. Il primo patrigno, Peter Hawkins, si dimostra fin dall'inizio un uomo stupido e violento: la casa si trasforma in un luogo pericoloso, alle botte si alternano le molestie, all'assenza di cibo si vuole sopperire con un ottuso orgoglio, che fa sì che le bambine, nel frattempo diventate tre, non possano mangiare niente quando invitate in case altrui. Un breve soggiorno in Canada si conclude con un amaro ritorno a Manchester: la madre riaccoglie in casa il patrigno e tutto sembra continuare all'infinito, fino al provvidenziale arrivo della polizia che si porta via l'uomo accusato di furto.
Dopo un periodo di relativa tranquillità, la famiglia accoglie un secondo e apparentemente definitivo "papà": Terry, gentile, buono, sollecito, innamorato. Guadagna e spende in gran quantità, e tutto sembra tornare ai tempi vagheggiati e splendidi dei primissimi anni dell'infanzia. Ma la provenienza di quei soldi incuriosisce la polizia, che ben presto smaschera i traffici di Terry e lo arresta. Purtroppo, la prigione fa il "miracolo" e trasforma il gentile "papà" in una nuova ma non per questo meno violenta versione di Peter Hawkins, tranne che per le molestie alle bambine. Per tutti ricomincia il calvario delle botte, della paura, dell'intervento inutile di polizia e assistenti sociali, intervallato da momenti di serenità assoluta che hanno il potere di rendere la quiete ancora più transitoria e sinistra. Parallelamente a questa tormentata vita, Andrea scopre la propria mente, nella quale trova rifugio: i libri saranno lo strumento per nutrirsi e per scoprire l'esistenza di altri mondi. Si innamora dell'algebra, dei fatti, delle parole, del mondo privo di orizzonti della conoscenza e dell'immaginazione e da questo amore viene salvata. Il libro si chiude sull'ultima cacciata di Terry, l'esaurimento nervoso della madre e la partenza di Andrea per il college a Oxford. Ha da poco compiuto diciotto anni, e dopo essere sopravvissuta a tredici anni di miseria e violenza, è stata accettata in una delle università più prestigiose del mondo. Di questi tempi abbondano le memorie su infanzie difficili. Ma il libro di Andrea Ashworth è molto più di questo. È il ritratto della scoperta da parte di una ragazza del piacere intellettuale, è la nuda descrizione degli uomini disoccupati, alcolizzati, che picchiano le loro donne e i loro figli in una società che non riesce a trovare niente di valido da fare per loro, è la tenuta straordinaria di uno stile asciutto, mai pietistico, che senza una prospettiva adulta di mediazione, rende il lettore partecipe momento per momento di ciò che accade.
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